Fonti Materiali e iconografiche
Pinocchio e i Carabinieri
“Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare.
E il povero Geppetto a corrergli dietro senza poterlo raggiungere, perché quel birichino di Pinocchio andava a salti come una lepre, e battendo i suoi piedi di legno sul lastrico della strada, faceva un fracasso, come venti paia di zoccoli da contadini.
— Piglialo! piglialo! — urlava Geppetto; ma la gente che era per la via, vedendo questo burattino di legno, che correva come un barbero, si fermava incantata a guardarlo, e rideva, rideva e rideva, da non poterselo figurare.
Alla fine, e per buona fortuna, capitò un carabiniere il quale, sentendo tutto quello schiamazzo, e credendo si trattasse di un puledro che avesse levata la mano al padrone, si piantò coraggiosamente a gambe larghe in mezzo alla strada, coll’animo risoluto di fermarlo e d’impedire il caso di maggiori disgrazie.
Ma Pinocchio, quando si avvide da lontano del carabiniere, che barricava tutta la strada, s’ingegnò di passargli, per sorpresa, framezzo alle gambe, e invece fece fiasco.
Il carabiniere, senza punto smuoversi, lo acciuffò pulitamente per il naso (era un nasone spropositato, che pareva fatto apposta per essere acchiappato dai carabinieri), e lo riconsegnò nelle proprie mani di Geppetto; il quale, a titolo di correzione, voleva dargli subito una buona tiratina d’orecchi. Ma figuratevi come rimase quando, nel cercargli gli orecchi, non gli riuscì di poterli trovare: e sapete perché? perché, nella furia di scolpirlo, si era dimenticato di farglieli.”
“E Pinocchio continuava a piangere, a berciare, a darsi dei pugni nel capo e a chiamar per nome il povero Eugenio, quando sentì a un tratto un rumore sordo di passi che si avvicinavano.
Si voltò: erano due carabinieri.
Che cosa fai costì sdraiato per terra? — domandarono a Pinocchio.
— Assisto questo mio compagno di scuola.
— Che gli è venuto male?
— Par di sì!…
— Altro che male! — disse uno dei carabinieri, chinandosi e osservando Eugenio da vicino. — Questo ragazzo è stato ferito in una tempia: chi è che l’ha ferito?
— Io no! — balbettò il burattino che non aveva più fiato in corpo.
— Se non sei stato tu, chi è stato dunque che l’ha ferito?
— Io no! — ripeté Pinocchio.
— E con che cosa è stato ferito?
— Con questo libro. — E il burattino raccattò di terra il Trattato di Aritmetica, rilegato in
cartone e cartapecora, per mostrarlo al carabiniere.
— E questo libro di chi è?
— Mio.
— Basta così: non occorre altro. Rizzati subito, e vien via con noi.
— Ma io…
— Via con noi!…
— Ma io sono innocente…
— Via con noi! —
Prima di partire, i carabinieri chiamarono alcuni pescatori, che in quel momento passavano per l’appunto colla loro barca vicino alla spiaggia, e dissero loro:
— Vi affidiamo questo ragazzetto ferito nel capo. Portatelo a casa vostra e assistetelo. Domani torneremo a vederlo. —
Quindi si volsero a Pinocchio e dopo averlo messo in mezzo a loro due, gl’intimarono con accento soldatesco:
— Avanti! e cammina spedito! se no, peggio per te! —
Senza farselo ripetere, il burattino cominciò a camminare per quella viottola, che conduceva al paese. Ma il povero diavolo non sapeva più nemmeno lui in che mondo si fosse. Gli pareva di sognare, e che brutto sogno! Era fuori di sé. I suoi occhi vedevano tutto doppio: le gambe gli tremavano: la lingua gli era rimasta attaccata al palato e non poteva più spiccicare una sola parola. Eppure, in mezzo a quella specie di stupidità e di rintontimento, una spina acutissima gli bucava il cuore: il pensiero, cioè, di dover passare sotto le finestre di casa della sua buona Fata, in mezzo ai carabinieri. Avrebbe preferito piuttosto di morire”.
Collodi narra così l’incontro di Pinocchio e i Carabinieri, una rappresentazione che ha sempre animato l’immaginario di bambini, adulti e artisti.
Giusto un anno fa, presso la Sala di rappresentanza della Scuola Allievi Carabinieri di Torino, si è tenuta la mostra “Preso per il naso”, un viaggio nella fantasia, attraverso quadri, sculture e illustrazioni, per un’ottantina di opere, unitamente ad altri tipi di memorabilia: cartoline, figurine, marionette, libri, giochi.
La manifestazione, curata, organizzata e diretta
da Antonio Attini e Franco Balducci, con la partecipazione della pittrice Teresita Terreno, rappresenta appieno il confronto tra Pinocchio e i Carabinieri, che conduce il burattino alla presa di coscienza dell’ordine costituito e del senso di responsabilità, un tema che, raffigurato da vari artisti, restituisce, con tecniche e linguaggi diversi, la forza di un momento cruciale e sempre attuale.
In occasione della mostra sono state selezionate opere originali, realizzate da illustratori contemporanei, trasformate in cartoline in tiratura limitata e inserite in Folder, che qui proponiamo.
Per questo suggestivo evento è stato realizzato un annullo postale ed utilizzato il francobollo “Pinocchio”, emesso il 7 maggio 2010, disegnato da G. Ieluzzo e stampato da I.P.Z.S.
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