I CARABINIERI REALI NELLA GRANDE GUERRA
Il percorso di studi sull’opera dei Carabinieri Reali nella Grande Guerra è stato avviato già da qualche anno sulla scorta del carteggio dell’Archivio storico del Museo Storico dell’Arma e, in misura minore, di altri archivi militari e privati.
All’approssimarsi del centenario della Grande Guerra, da più parti venne avviata un’affannosa ricerca sul ruolo dei carabinieri, tra le altre attività repressive, soprattutto nelle fucilazioni, invero trascurando, così come costantemente avvenuto in questi cento anni dalla fine del conflitto, il contributo complessivo dell’Arma e la straordinaria varietà di esigenze e attività legate ai molteplici e spesso complessi compiti di polizia militare, oltre che alla sua breve esperienza in ambito operativo e all’azione militare e umanitaria insieme nelle territori liberati.
La scelta
La scelta, intenzionale e ingiustificata, di questo silenzio ha avuto come conseguenza il fatto che ai carabinieri è stata sottratta la memoria del loro agire e del loro sacrificio, in sintesi il significato stesso del contributo da loro offerto per tutta la durata dello sforzo bellico, e invero anche oltre.
L’Esercito ricorda le vicende della prima guerra mondiale nella relazione ufficiale, redatta dal suo Ufficio Storico in più volumi, che ha richiesto decenni di studio.
Il contributo dell’Arma
Il contributo dell’Arma, di contro, non è mai stato oggetto di una pubblicazione a carattere scientifico, riducendosi ogni iniziativa in tal senso all’esaltazione dell’eroismo individuale o di qualche avvenimento che potesse dare lustro all’Istituzione.
L’intento dichiaratamente divulgativo, che ha caratterizzato la storiografia dell’Arma di questi ultimi anni, non ha permesso di approfondire ed esplorare compiutamente un ambito che è per sua natura complesso e che non può essere semplificato o ridotto a semplice strumento di sterile autoesaltazione.
Questo atteggiamento ha impedito di delineare in maniera chiara e precisa il contributo offerto dall’Arma, anche in considerazione alle criticità che la stessa ha dovuto fronteggiare, e di trarne i necessari insegnamenti.
L’intento degli studi del contributo dell’Arma nella Grande Guerra è dunque quello di colmare questa lacuna e troverà spazio nei vari volumi della collana, dove saranno esaminati i profili tattici e della polizia militare, la mobilitazione, la proiezione in teatri esteri, sino alla gestione delle terre occupate e alla difficile transizione dal tempo di guerra a quello di pace.
Nondimeno, verrà esaminata l’esperienza di Caporetto, che certamente rappresenta la prova più dura affrontata dall’Arma per mantenere prima e ricostituire poi quell’esercito che fu capace di passare dalla disfatta, dallo scollamento tra ufficiali e militari di truppa, dal più completo sbandamento, a una coesione tale da ribaltare le sorti del conflitto e da strappare la vittoria ormai in mano del nemico.