Storia Militare
I CARABINIERI REALI NEI GIORNI DELLA FIRMA DELL’ARMISTIZIO
di Francesca Parisi
Sin dal giorno della dichiarazione di guerra, al Comando Supremo del Regio Esercito furono assegnate due Sezioni di Carabinieri Reali, reparti che provvedevano alla tutela del Capo e Sottocapo di Stato Maggiore del Regio Esercito, con servizi di vigilanza e di pattuglia al palazzo ove tali Autorità militari risiedevano. Durante i loro spostamenti, inoltre, i militari di queste Sezioni, in abiti civili, provvedevano a scortarli verso le località stabilite.
Nell’autunno del 1918 le Sezioni dei Carabinieri Reali addette al Comando Supremo erano agli ordini del capitano dei Carabinieri Reali Giuseppe Pièche che, proprio per la funzione ricoperta, ebbe modo di osservare le dinamiche dello straordinario evento a cui assistette.
I ricordi di questo ufficiale, che si intrecciano con le descrizioni fornite dal colonnello Pietro Gazzera, restituiscono i particolari di quei giorni trascorsi a Villa Giusti e tratteggiano le personalità dei protagonisti. Singolare il diverbio tra il generale Pietro Badoglio e il capitano di corvetta Zwierkowski, che comportò il ritardo nella trasmissione via radio del messaggio di armistizio.
Definita la trattativa, i plenipotenziari austriaci chiesero al capitano Pièche il permesso di recarsi a Padova per fare alcuni acquisti e quest’ultimo si offerse di accompagnarli. Al ritorno uno degli Ufficiali mostrò a Pièche un rocchetto di filo e, con disarmante spontaneità, gli confidò:
“E’ il miglior regalo che possa fare a mia moglie. In Austria, da mesi, nessuno cuce più niente” .
Si ringrazia il gruppo culturale El Casteleto di Dolcé per aver permesso di pubblicare l’articolo I Carabinieri Reali del Comando Supremo nei giorni della firma dell’armistizio: il profilo storico di un momento eccezionale nei ricordi del generale Giuseppe Pièche, estratto da La Valdadige nel cuore, Cavaion Veronese, 2018.
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