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I carabinieri reali nella grande guerra. Impiego tattico e reparti combattenti
Con l’approssimarsi del centenario della Grande Guerra, in maniera spontanea si è fatta strada l’idea di condurre uno studio, basato sul patrimonio documentale e iconografico custodito nell’archivio storico del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, teso alla realizzazione di un’opera quanto più completa possibile sul contributo dei Carabinieri nel primo conflitto mondiale.
L’attività di ricerca e di analisi ha incontrato sin da subito notevoli ostacoli, soprattutto in ragione di due particolari aspetti.
In primis la sezione dell’archivio storico del Museo Storico riferita alla Grande Guerra, seppure sostanzialmente concentrata e custodita in unità di conservazione, i faldoni, che hanno mantenuto a grandi linee la posizione originaria di provenienza, è particolarmente ermetica sia con riferimento alla provenienza del carteggio contenuto, sia in relazione alla “lettura” della documentazione, che necessita di valide chiavi ermeneutiche. Risultato, quest’ultimo, che può essere ottenuto, ancora prima di procedere alla ricerca vera e propria, solo con un preventivo studio dell’archivio stesso, delle sue componenti, della sua ratio costitutiva e organizzativa, e ancora, arrivando alla formazione stessa del carteggio, alle modalità di raccolta dei dati e all’individuazione degli organi che si occuparono, a suo tempo, di regolare l’attività di resoconto e la sua conservazione.
Il secondo aspetto riguarda un impedimento tutt’altro che trascurabile: per poter condurre una esplorazione del carteggio dell’Arma relativo al primo conflitto mondiale, occorre conoscere a priori il contributo di quest’ultima, la sua organizzazione nel periodo bellico, le dinamiche e le strategie di adattamento alle esigenze di guerra, le sue funzioni e dunque il reale peso specifico che ebbe nell’ambito del Regio Esercito.
Conoscere l’opera dei Carabinieri Reali prima ancora di studiarne il carteggio sembra una contraddizione tutt’altro che superabile, se non considerandola alla stregua di una prova preliminare, necessaria per portare a termine un progetto così ambizioso.
La prima attività di ricerca dunque è stata esplorativa: l’indagine ha riguardato infatti gli aspetti organizzativi e le funzioni dell’Arma e, di pari passo, le dinamiche che avevano consentito prima la raccolta e poi la conservazione del carteggio stesso.
L’effetto di tale approccio, certamente propedeutico a qualsiasi tentativo di conoscenza e di sintesi del contributo e del ruolo dell’Arma nel primo conflitto mondiale, è stato duplice: da un lato i tempi di studio si sono ampiamente dilatati e dall’altro le risultanze ottenute man mano si sono rivelate talmente rilevanti, complesse e consistenti, da suggerire l’abbandono dell’idea di un’unica pubblicazione che potesse considerarsi esaustiva.
Da qui la decisione di definire le singole componenti in vari volumi che, seppure collegati tra loro, potessero mantenere una sorta di autonomia e insieme offrire una panoramica completa dell’opera dell’Arma, nonché, cosa più importante, riservando il giusto spazio allo studio e alla riflessione sugli esiti della ricerca.
Il primo lavoro che ho deciso di definire è quello relativo all’impiego tattico dell’Arma.
Si tratta delle vicende dei reparti per così dire combattenti e della visione che si ebbe di questo particolare impiego rispetto alle funzioni peculiari che i Carabinieri ricoprirono in guerra.
Vi è da dire che, seppure la quasi totalità del carteggio della Grande Guerra riguardante i Carabinieri Reali è custodito presso il Museo Storico, nel caso dell’Arma combattente ho dovuto altresì procedere all’esame dei Diari storico-militari custoditi presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, che conserva non solo quelli relativi alle Grandi Unità alle cui dipendenze vennero affidati i reparti tattici dei Carabinieri, ma gli stessi diari tenuti da questi ultimi.
Per tali documenti infatti vi era un particolare interesse da parte del Regio Esercito, in quanto furono compilati dai reparti che presero parte attiva alle operazioni belliche, un aspetto ritenuto di rilievo da parte della storiografia militare che, del resto, rappresenta il motivo stesso per il quale non fu tributata particolare attenzione al restante carteggio dell’Arma.
In tale ambito, gli ottimi risultati raggiunti sono stati garantiti dalla disponibilità dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e dalla competenza dei suoi archivisti, fattori che hanno permesso di condurre un’attività di ricerca efficace e completa.
Il libro verrà proposto gradualmente per capitoli e spero possa costituire oggetto di confronto con quanti si dedicano allo studio della prima guerra mondiale o semplicemente con chi segue con passione e interesse le tracce che il passato ha disseminato nel nostro presente.
Francesca Parisi, I Carabinieri Reali nella Grande Guerra. Impiego tattico e reparti combattenti, Verona, MagisVitae, 2017
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